Condividi:
|
|
I PESCI, QUASI è una silloge composta da settanta poesie, organizzate in sette capitoli. Sette porte per sette stanze comunicanti, sette matrioske che si scambiano le pance. Sette balene, sette immagini di film che mi accompagnano, sette frasi che non mi abbandonano mai, sette mari che portano a riva di tutto, sette muri, sette visioni. Ed un pesce, che abbocca. E noi, che non ci pensiamo
che non è acqua:
è una nube di strage
leggera asettica tra il secchio ed i pensieri
(auto - casa - campionato di calcio)
che non è acqua:
è una nube di strage
leggera asettica tra il secchio ed i pensieri
(auto - casa - campionato di calcio)
Reperibilità: I PESCI, QUASI può essere acquistato in formato EPUB su:
www.ibs.it a:
www.ibs.it/pesci-quasi-ebook-raffaele-sabatino/e/9788897911548
www.bookrepublic.it a:
www.bookrepublic.it/book/9788897911548-i-pesci-quasi/
www.amazon.it
www.librinmente.it a:
www.librinmente.it/13-poesia
Per informazioni su EPUB e, in genere, su e-book, guarda qui: ABC degli e-book
www.ibs.it a:
www.ibs.it/pesci-quasi-ebook-raffaele-sabatino/e/9788897911548
www.bookrepublic.it a:
www.bookrepublic.it/book/9788897911548-i-pesci-quasi/
www.amazon.it
www.librinmente.it a:
www.librinmente.it/13-poesia
Per informazioni su EPUB e, in genere, su e-book, guarda qui: ABC degli e-book
I PESCI, QUASI Edizioni Librinmente, 2016, ISBN 978-88-97911-54-8,
è un e-book. Premiato al concorso "III Premio BrainGNU" 2015 con la pubblicazione in questo formato. In copertina, una mia foto, "Sushi". Dalla prefazione del Prof. Paolo Briganti: " [...] Eh sì, perché in fondo, chi ha pensato e pensa tutto questo è pur sempre quel «ragazzo italiano» del Sud che «si laurea tra sandali e vestiti a fiori. / Abbracciato alle verità incise / invincibili a caratteri d'oro / sopra il blu della tesi» (Un ragazzo italiano si laurea). E questo segnala – in punta di finale – il punto “esistenziale” forse più forte e fragile, non solo della sua vita, ma di tutte le consapevoli vite (nostre ed altrui): l’anello di congiunzione tra passato e presente, la junctura tra stare e andarsene, l’equilibrio precario tra assimilarsi e |
rimanere altro. Per continuare a vivere senza finire nel canestro indistinto del pescato. [...]"
Da "I Pesci, quasi":
La morte mi sembrava
Da ragazzino a volte "mi vestivo":
tonaca bianca e stola rosso-viola
della congrega; a tutti mille lire
la croce la portava uno più forte
e riceveva un extra
altri due si prendevano il lampione;
si segnavano i nomi in un quaderno
e insieme agli altri accompagnavo i morti
alla loro partenza per l'eterno.
La morte mi sembrava preferire
i primi piani su malmessi cortili
le camere da letto coi rosari
ai muri, foto con cornici ovali
di baffuti fulminati antenati,
nasi adunchi volti scavati
l'ultimo vestito buono
pelli indurite da indiani;
odorava di mele a maturare
su ballatoi improvvisati,
saliva scale esterne, poi seguiva
siringhe e scatole di medicine
si faceva mosca d'estate
vapore bianco se faceva freddo
e usciva dalle gole dei parenti.
A rappresentazione terminata
la scrollavamo via coi paramenti
dietro muri di calce imbiancata
di sagrestie o cimiteri
crepati dall'arsura o dal gelo;
non ci pareva poi così drammatica
la morte vista in scarpe da ginnastica.
Da "I Pesci, quasi":
La morte mi sembrava
Da ragazzino a volte "mi vestivo":
tonaca bianca e stola rosso-viola
della congrega; a tutti mille lire
la croce la portava uno più forte
e riceveva un extra
altri due si prendevano il lampione;
si segnavano i nomi in un quaderno
e insieme agli altri accompagnavo i morti
alla loro partenza per l'eterno.
La morte mi sembrava preferire
i primi piani su malmessi cortili
le camere da letto coi rosari
ai muri, foto con cornici ovali
di baffuti fulminati antenati,
nasi adunchi volti scavati
l'ultimo vestito buono
pelli indurite da indiani;
odorava di mele a maturare
su ballatoi improvvisati,
saliva scale esterne, poi seguiva
siringhe e scatole di medicine
si faceva mosca d'estate
vapore bianco se faceva freddo
e usciva dalle gole dei parenti.
A rappresentazione terminata
la scrollavamo via coi paramenti
dietro muri di calce imbiancata
di sagrestie o cimiteri
crepati dall'arsura o dal gelo;
non ci pareva poi così drammatica
la morte vista in scarpe da ginnastica.